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Livio Sgarbi

Credici fino alla fine. Non mollare, mai.

Nello sport nulla è scontato. Fino alla fine c’è la possibilità di cambiare l’esito di una gara.

“Partita finisce quando arbitro fischia”. Così diceva il compianto Boskov, allenatore di calcio, e non aveva tutti i torti. Non è finita finché non è finita.

Troppo spesso atleti e squadre si lasciano traviare dall’andamento temporaneo andamento delle cose. Chi è in vantaggio e pensa di aver già portato a casa la vittoria, e chi è in svantaggio e pensa di conseguenza di non aver più chances per vincere.

Nulla di più fuorviante.

Nello sport non funziona così. Per quanto sembri oramai scritto l’esito di una gara, bisogna continuare a competere “come se…” tutto fosse ancora in gioco. Questo è l’atteggiamento da campione.

Nella finale di Champion League del 2006, il Milan esce dagli spogliatoi dopo il primo tempo in vantaggio di 3 gol a zero. Un primo tempo a senso unico che sembrava presagire un finale già scritto. In meno di 20 minuti tuttavia, si consumò un vero e proprio dramma inatteso per i rossoneri. Subirono 3 gol e rischiarono di prenderne degli altri. La partita che sembrava da subito nelle mani dei milanisti alla fine consegnò la coppa agli avversari, a dimostrazione che… bisogna crederci fino all’ultimo e lottare finché la gara non è davvero finita.

Vi propongo questo filmato che ha dell’incredibile. Spero che possa essere per voi spunto di ispirazione e motivazione per le vostre prossime competizioni.

 

Livio

Gestire lo Stress

Vuoi avere successo nello sport? Impara a gestire lo stress.

Maggiore è il livello a cui si compete e maggiore è la quantità di stress a cui si è sottoposti. Cosa ne pensi?

E’ impensabile che un campione, in qualsiasi sport, non abbia a che fare con lo stress: la paura, l’avversario, il pubblico, i giornali, lo staff, le aspettative… le fonti di stress sono innumerevoli e disseminate ovunque.

Un campione sa che quella tensione potrebbe divorarlo poco alla volta e impedirgli di arrivare al successo, e per questo cerca in tutti i modi di non lasciarsi sopraffare.

Questo è uno dei temi principali che mi trovo a trattare nel mio lavoro di mental coaching nello sport.

Il passaggio fondamentale prima ancora di metterci al lavoro, è far capire che è utopistico pensare di non essere sottoposti a stress, soprattutto se si sta puntando ad obiettivi ambiziosi.

Il problema non è avere o non avere stress. Ciò che fa la differenza è cosa ne fai, come la gestisci.

Quando mi dicono: “Livio, puoi aiutarmi a non sentire tutto quello stress prima della gara?” io rispondo: “la domanda è mal posta. Devi riformularla”.  Ed ovviamente ricevo in cambio uno sguardo perplesso.

Intendo dire che prima di una gara importante è pressochè impossibile non sentire tensione. Non solo, sarebbe fortemente disfunzionale. Quella tensione conferisce energia, adrenalina, carica emotiva, motivazione, grinta. Tutti elementi fondamentali e utili a fare cose straordinarie, a resistere al dolore e alla fatica, a superare i limiti e a non mollare nella difficoltà. Ecco perchè la domanda è posta in malo modo. Dovrebbe essere espressa tipo: “Livio mi puoi aiutare a usare la tensione che provo per dare il meglio di me?”.

Questo è il grande segreto. Lo stress usato bene è fonte di risorse, mentre usato male… è una delle cause principali del fallimento di un atleta.

Non mi dilungo ulteriormente a spiegare la differenza tra stress “cattivo” (Distress) e stress “buono” (Eustress) e ti propongo una tecnica di coaching, tratta dal mio libro Istruzioni per Vincere, da usare in caso di necessità.

Come trasformare lo stress in carica e motivazione

  • Pensa a ciò che ti genera stress e tensione e creane un’immagine mentale.
  • Esci dall’immagine. Ossia fai in maniera di guardarla dall’esterno. Devi vedere te stesso su uno schermo che vive la situazione stressante. Nota quanto diminuisce lo stress.
  • Allontana l’immagine. Prendi distanza dallo schermo. Nota quanto ancora diminuisce lo stress.
  • Rimpicciolisci l’immagine. Rendi lo schermo sempre più piccolo. Nota come diminuisce sempre di più lo stress.
  • Modifica suoni, luci e colori della immagine. Rendila in bianco e nero, opaca, gracchiante, ecc. Nota come la sensazione di prima non esiste più. Ora è tutto gestibile.
  • Sovrapponi all’immagine piccola un altro schermo con immagini di te belle, positive, mentre stai realizzando il tuo obiettivo. Nota come l’emozione cambia e diventa positiva (seppur moderata).
  • Ripercorri al contrario i passi precedenti. Uno alla volta fai le cose che ti ho chiesto di fare prima, partendo dalla fine. Dai colore, luce e suoni alle immagini; ingrandisci lo schermo; avvicinalo a te; entra nelle immagini da protagonista. Nota come l’emozione positiva aumenta di volta in volta sempre di più fino a sentirti carico, motivato e pronto all’azione.

Per quanto semplice e banale possa apparire, questa strategia che lavora sulle sottomodalità, è una delle più efficaci insieme a tante altre che uso solitamente.

E tu? Ti sei mai trovato in situazioni di forte stress? Come lo hai gestito?

Livio

Giulia Momoli

Come posso motivare la mia squadra?

Una delle richieste che ricevo più spesso dagli allenatori durante i corsi è “Come posso motivare la mia squadra?”. Per un allenatore è vantaggioso capire come poter avere una squadra sempre motivata, o dei giocatori ancora più motivati.

L’obiettivo di un allenatore è quello di ottenere il meglio dai suoi giocatori e dal suo staff: per poter davvero avere il massimo dalla squadra dovrà mettere in condizione i suoi protagonisti di esprimere al meglio le qualità tecniche, atletiche e tattiche, senza tralasciare le risorse mentali/emozionali e, naturalmente, il cuore.

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Imparare a perdere con il mental coaching. Scopri come.

Non si vince sempre.

Questa è una certezza: anche i numeri uno, anche i più forti del mondo sbagliano e perdono.

Probabilmente nella tua storia di atleta e di allenatore, così come nella vita di tutti i giorni ti sarà capitato di sentirti deluso per ciò che hai fatto o ciò che non hai fatto, o per un risultato ottenuto ben lontano dalla tua aspettativa.

Succede che, anche quando hai curato ogni dettaglio lavorando sodo, le cose non vadano come avevi sognato.

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